Max Pezzali, la faida con Claudio Cecchetto prosegue senza esclusione di colpi: “Rovina il sogno e basta” | Il commento tranchant del suo ex produttore
La collaborazione tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto si è interrotta bruscamente anni fa. Ma la faida continua, e volano parole pesanti.
Non se ne parlava da un po’, ma la serie Sky Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 l’ha riportata in auge. Parliamo della lite tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto.
Rispettivamente, il cantante del gruppo musicale degli 883 e colui che l’ha lanciato. I rapporti tra i due, però, si sono interrotti bruscamente anni fa.
I motivi? Dipende. Nel senso che dipende da chi racconta cosa è accaduto. La verità vera in questi casi è difficile da stabilire per chi guarda da fuori.
Intanto, complice la serie che parla di entrambi, si torna a parlare della litigata. E volano parole grosse ancora oggi, a distanza di tempo.
Max Pezzali e Claudio Cecchetto: la faida continua
In principio gli 883 erano composti da Max Pezzali e Mauro Repetto. Amici nella vita, improvvisamente si ritrovano ad essere colleghi e idoli delle ragazzine, con il brano tormentone del 1992 Hanno ucciso l’Uomo Ragno. È proprio Claudio Cecchetto, celebre scopritore di talenti, a lanciare il duo che dalla provincia di Pavia diventa nazionale.
Dopo una serie di successi, nel 1994 Repetto abbandona l’amico e dopo racconta a Rockit: “Io e Max non eravamo due colleghi, eravamo due amici che si sono trovati a vivere una cosa gigante grazie a Cecchetto”. Il successo li travolge, e l’amicizia ne risente. Nel 2003 Max Pezzali abbandona il marchio e si dà alla carriera da solista. Ma cosa è successo con Cecchetto?
I motivi del litigio
In un’intervista a Il Messaggero di qualche anno fa Max Pezzali ha spiegato le sue ragioni: “Volevo avere un maggiore controllo della mia carriera, sia dal punto di vista creativo che gestionale” . Mentre Claudio Cecchetto al Corriere ha osservato: “La gratitudine per lui è un optional. Di tutti i miei è stato il più irriconoscente, in questo almeno è il numero 1”.
Le cose ad oggi non sono ancora cambiate, anzi. Il talent scout non è rimasto contento della ricostruzione della loro storia nella produzione Sky, che lo vede parlar male della provincia. Cosa che non ha mai fatto, sostiene a Il Giornale. E affonda: “Le persone hanno voglia di sognare, non di ricordare il lato sgradevole delle cose. Quello rovina il sogno e basta. Peccato, è andata così. […] Io non l’ho mai attaccato ma mi sono sentito attaccare. Per dirla alla Vasco Rossi: non sono le persone che tradiscono, ma i loro guai”.