Massa: copre le svastiche ma viene condannato | Le reazioni politiche
Da Massa arriva un caso decisamente paradossale: la condanna a quattro mesi al giovane attivista che ha coperto le svastiche divide l’opinione pubblica.
La legge non ammette ignoranza. E il reato di imbrattamento è disciplinato dall’articolo 639 del Codice Penale italiano.
Tale articolo prevede che chiunque deturpi o imbratti mobili o immobili altrui sia punito con una multa fino a 103 euro, e se il fatto è commesso su beni immobili, o su mezzi di trasporto pubblici e privati, la pena può concretizzarsi in una reclusione da uno a sei mesi e in una multa da 1.000 a 3.000 euro.
Nei casi di recidiva, inoltre, la pena può arrivare fino a due anni di reclusione, e a una multa massima di 10.000 euro. Inoltre, quando i graffiti realizzati sul territorio urbano contengono simboli di incitamento all’odio (come svastiche o altri simboli nazisti), le pene sono generalmente più severe, poiché possono configurarsi anche come reati di propaganda e di istigazione a delinquere.
Per tale ragione l’opinione pubblica ha accolto con un certo disappunto la notizia della condanna a quattro mesi a carico di un attivista massese, reo – a quanto si apprende – di aver coperto delle svastiche preesistenti con nuovi graffiti nel centro della città.
Il caso dell’attivista di Massa
Negli ultimi giorni Dario Buffa, un attivista del collettivo Casa Rossa Occupata di Montignoso, è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.800 euro per aver coperto delle svastiche con una bomboletta spray nel centro di Massa.
L’episodio, in realtà, risale a dicembre del 2023, quando Buffa avrebbe deciso di cancellare i simboli nazisti tracciati sui muri dell’ex mercato coperto della città in rispetto ai valori antifascisti che contraddistinguono il territorio, e la sua condanna ha suscitato un ampio clamore mediatico. Molti cittadini e associazioni, infatti, ritengono che l’azione di Buffa fosse un semplice atto di difesa dei valori costituzionali, e alcuni esponenti politici hanno inoltre dichiarato che egli avrebbe dovuto essere premiato per il suo gesto, anziché punito. Il portavoce del PD Toscana Diego Blasi ha infatti asserito, come riporta anche lavoceapuana.com: “Questo decreto penale di condanna crea un precedente pericoloso e inquietante, perché in una Repubblica fondata sui valori dell’antifascismo rimuovere simboli del nazismo dovrebbe essere considerato un dovere civico e morale“.
La reazione di Casa Rossa Occupata
Anche il collettivo Casa Rossa Occupata ha manifestato il proprio dissenso per la decisione dei giudici, e ha inoltre lanciato una campagna di crowdfunding per sostenere Buffa nel pagamento delle spese legali per contestare le sentenza.
Il caso Buffa, ovviamente, non smette di far discutere l’Italia ed evidenzia le contraddizioni del sistema giudiziario nazionale, perennemente in bilico tra questioni etiche e legali sulla libertà di espressione.