Partita Iva, 3000 euro tondi tondi come bonus: se fai parte di questa lista impazzirai di gioia | Una volta tanto lo Stato si mette le mani in tasca

Contributo in euro

Contributo in euro- Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

In arrivo un sostegno concreto per una categoria di lavoratori non sempre tutelata: ecco come accedere a questo importante esonero contributivo e quali sono i requisiti da soddisfare.

Riuscire a conciliare lavoro e famiglia è una sfida quotidiana per molte mamme lavoratrici, soprattutto per chi ha più figli a carico: si è divise tra la volontà di garantirsi un’entrata stabile e il poco tempo a disposizione.

In questo contesto, la Legge di Bilancio 2025 ha deciso di introdurre un esonero contributivo che promette di alleviare il peso degli oneri previdenziali obbligatori per le mamme che lavorano.

Questa misura non è pensata solo per aiutare le famiglie, ma mira anche a incentivare la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, valorizzando il loro ruolo nella società.

L’esonero, inizialmente previsto dalla Legge n. 213/23, è stato ora esteso per arrivare ad un un numero maggiore di beneficiarie, sia lavoratrici dipendenti che autonome. Ecco come funziona e chi può beneficiarne.

Che cos’è l’esonero contributivo per le madri che lavorano

L’esonero contributivo consiste in una copertura totale o parziale della contribuzione IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti) che non va a compromettere, però, il rendimento pensionistico. La misura è pensata sia per lavoratrici dipendenti che autonome, ma ci sono diversi requisiti da rispettare.

Le dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato, un reddito complessivo sotto i 40.000 euro annui e figli minori di 10 anni, o fino a 18 anni dal 2027 se madri di tre figli. Per le lavoratrici autonome il reddito imponibile previdenziale deve essere sotto i 40.000 euro, mentre le lavoratrici aderenti al regime forfettario sono escluse dal beneficio.

Mamma
Mamma- Foto di Sue Halliburton da Pixabay-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Come funziona l’esonero per le lavoratrici autonome e come richiederlo

L’esonero si applica sulla contribuzione previdenziale obbligatoria fino ad un tetto massimo di 3.000 euro annui. Per le lavoratrici dipendenti la misura è valida anche per rapporti di lavoro a tempo indeterminato convertiti da contratti a termine o apprendistato. Per le lavoratrici mamme autonome l’esonero si calcola sul reddito imponibile previdenziale e varia in base alla categoria di appartenenza. Tra i rapporti di lavoro che sono coperti da questa misura non rientrano i contratti di collaborazione domestica, mentre sono ammessi i contratti part-time e quelli subordinati derivanti da cooperative di lavoro.

Per richiedere l’esonero bisogna presentare richiesta tramite il portale INPS utilizzando il modulo dedicato. Tra i documenti da allegare ci sono la Certificazione ISEE aggiornata, il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) e un’attestazione che confermi l’assenza di sovrapposizioni con altre agevolazioni.