“Ti abbiamo inviato l’accertamento”: l’Agenzia delle Entrate miete le prime vittime | Oltre il bollo auto dovevi pagare anche questo

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Nuova tassa auto (foto di Sinitta Leunen da Pexels) - la gazzettadimassaecarrara.it

Non solo bollo auto. L’Agenzia delle Entrate sta inviando accertamenti su un’altra tassa dovuta e non pagata da molti automobilisti.

Ancora brutte notizie per gli automobilisti, categoria già tartassata tra bollo auto, assicurazione e spese varie legate ai proprio veicoli.

I costi da sostenere per l’acquisto e la manutenzione di un’auto già sono abbastanza cospicui, e questa nuova stangata dell’Agenzia delle Entrate non ci voleva proprio.

L’Ente, infatti, proprio in questi giorni sta inviando degli avvisi di accertamento ad ignari proprietari di auto, che si ritroveranno a pagare una tassa aggiuntiva di cui non erano a conoscenza.

Non c’è soltanto il bollo auto, infatti. Le notifiche sono numerose, e nessuno si aspettava una simile batosta.

Accertamento Agenzia delle Entrate: gli accertamenti inviati

Molti automobilisti in questi giorni si stanno vedendo recapitare degli avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate che arrivano proprio tra capo e collo. Una ulteriore somma da pagare, che si va ad affiancare al bollo. Purtroppo, non tutti ne erano a conoscenza.

Come riporta Il Sole 24 Ore, chi è raggiunto dalle notifiche dovrà sborsare non solo l’imposta dovuta per il periodo indicato, ma anche gli interessi del 4% su base annua, e persino una sanzione del 30%. Non poco, contando che l’ammontare della tassa riferita al periodo indicato era di importo variabile tra 1.100 euro fino a 2.000 euro.

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Acquisto di un’auto (foto di Gustavo Fring da Pexels) – lagazzettadimassaecarrara.it

A cosa sono riferite le notifiche

La tassa a cui fanno riferimento gli accertamenti inviati dall’Agenzia delle Entrate riguarda la  cosiddetta ecotassa, istituita nel 2019 e volta a incentivare l’acquisto di auto meno inquinanti. È stata applicata fino al 2021 sull’immatricolazione delle vetture considerate ad alte emissioni di CO2, ovvero oltre i 160 g/km. Molti non hanno versato il tributo, in quanto c’è stata all’inizio grande confusione e incertezza.

Sembra poi che ci sia una criticità in questa richiesta, che riguarderebbe anche le auto immatricolate in Italia ma usate, e quindi già immatricolate in un altro Stato. Difatti, sottolinea il sito già citato “non è stata prevista un’analoga imposta per le auto usate acquistate o già in circolazione nel territorio italiano. Ciò è un’evidente violazione del principio di non discriminazione”. Per questo motivo, volendo, si può fare ricorso. Senza contare che nel tempo ci sono stati anche aggiornamenti e modifiche sulle normative. Come riporta quattroruote.it: “Fino al 31 dicembre 2020, col vecchio dato di CO2 (ciclo NEDC), si versavano 1.100 euro per la fascia 161-175 g/km, quindi 1.600 euro per 176-200 g/km, passando per 2.000 euro associata a 201-250 g/km, fino a 2.500 euro oltre 250 g/km. Ora, col ciclo Wltp, per le auto immatricolate tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2021, ci sono importi identici per soglie diverse: 191-210 g/km, 211-240 g/km, 241-290 g/km, e oltre 290 g/km”. Una bella matassa da sbrogliare.