“La sua richiesta è stata rifiutata”: Pensione di reversibilità bocciate a cascata | Non ti danno più un centesimo

pensione_reversibilita_portafoglio_vuoto (Depositphotos) - Lagazzettadimassaecarrara.it

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L’ultima cosa che ti aspetti quando perdi una persona cara è dover combattere una battaglia burocratica per ottenere ciò che ti spetta di diritto.

Sempre più spesso, vedove e vedovi si trovano di fronte a un muro di dinieghi quando chiedono la pensione di reversibilità.

Un diritto che dovrebbe essere garantito, un sostegno fondamentale in un momento di fragilità si trasforma in un percorso ad ostacoli con la beffa di vedersi negare anche il minimo aiuto economico.

Le storie si ripetono, tragiche e frustranti: domande respinte con motivazioni pretestuose, cavilli burocratici insormontabili, un’attesa estenuante per risposte che non arrivano mai.

Intanto, le spese si accumulano, il dolore si fa più vivo e la sensazione di essere abbandonati dallo Stato cresce giorno dopo giorno.

Una cascata di bocciature

La questione della pensione di reversibilità per i conviventi di fatto è un tema caldo, soprattutto alla luce delle nuove forme di famiglia che si stanno diffondendo. Sempre più spesso, le convivenze di fatto affiancano il modello tradizionale del matrimonio e nasce la necessità di capire quali diritti spettino ai conviventi superstiti in caso di decesso del partner. Prima di analizzare la situazione dei conviventi, è bene ricordare chi ha diritto alla pensione di reversibilità secondo la legge: un coniuge superstite sia quello attuale che quello dal quale si è separati, ma non divorziato; figli minori, studenti o inabili fino alla maggiore età, o fino a 26 anni se studenti universitari; genitori ultrasessantacinquenni a carico ma solo se non vi sono altri aventi diritto; fratelli e sorelle inabili a carico, anche loro solo in mancanza di altri aventi diritto.

E alla domanda “i conviventi di fatto hanno diritto alla reversibilità?” la risposta, al momento, è no. I conviventi di fatto, definiti dalla Legge Cirinnà (Legge n. 76/2016) come due persone maggiorenni unite da un legame affettivo stabile e di reciproca assistenza morale e materiale, non sono inclusi tra i beneficiari della pensione di reversibilità. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 461/2000, ha chiarito che l’esclusione dei conviventi dalla pensione di reversibilità non viola il principio di uguaglianza. La Corte ha infatti sottolineato che la convivenza non è equiparabile al matrimonio, in quanto non comporta gli stessi obblighi e diritti.

Legge (Fonte web)- Lagzzettadimassaecarrara.it
Legge (Fonte web)- Lagzzettadimassaecarrara.it

Niente pensione di reversibilità

Nonostante queste sentenze, la situazione attuale è chiara: i conviventi di fatto non hanno diritto alla pensione di reversibilità. La legge, al momento, equipara questo diritto al matrimonio, basato su un vincolo giuridico formalizzato.

È importante sottolineare che questa è una questione in continua evoluzione, e che il dibattito sulla necessità di tutelare maggiormente i conviventi di fatto è aperto.