Calendario, abbiamo sempre sbagliato tutto: non siamo nel 2025 ma ancora nel 2017 | Ecco perchè
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Anno 2017 (foto di Lukas da Pexels) - lagazzettadimassaecarrara.it
E se i calcoli fatti con il nostro calendario fossero tutti sbagliati? In realtà potremmo essere ancora nel 2017, incredibile ma vero.
Siamo abituati fin da piccoli a scandire giorni, mesi, Festività, in base al nostro calendario. Ci basiamo su di esso per calcolare ogni momento della nostra vita.
Sappiamo perfettamente quando inizia l’anno nuovo e finisce quello vecchio, quando ci sono le Feste comandate, quanti anni abbiamo. E quanti ne hanno amici e parenti.
Abbiamo atteso il 2000 con il timore che potesse accadere chissà cosa, perché così ci avevano raccontato. E invece è arrivato, ed è anche passato.
E se invece avessimo sempre sbagliato tutto? Se non fossimo veramente nel 2025 ma qualche anno addietro, cosa succederebbe? Eppure, potrebbe essere proprio così.
Calendario: abbiamo sempre sbagliato
A scandire il tempo che passa in Occidente c’è il calendario gregoriano. Il suo nome deriva dal suo promotore, ovvero papa Gregorio XIII. Adottato nel 1582, il suo scopo è stato quello di sostituire il calendario giuliano utilizzato fino ad allora, imposto dall’imperatore Giulio Cesare nel 46 a.C. Perché questo cambiamento? Per seguire l’anno solare. Pertanto il primo anno, ricorda focus.it: “durò di fatto 10 giorni in meno. Questo lasso di tempo fu dichiarato non esistente da Papa Gregorio XIII, che voleva con questa riforma superare lo sfasamento” temporale tra i due calendari.
Ma siamo proprio sicuri che i calcoli fatti siano giusti, e che non sia stato commesso alcun errore? Potremmo infatti trovarci con alcuni anni di più, senza saperlo.
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Non siamo davvero nel 2025
In realtà c’è un Paese dove la popolazione è indietro di circa 7 anni rispetto al resto del mondo. Questo accade perché il suo calendario dura 13 mesi invece che i canonici 12 a cui siamo avvezzi. Stiamo parlando dell’Etiopia, che utilizza il calendario della Chiesa ortodossa etiope il quale si basa sul calendario copto che a sua volta prende spunto da quello antico egiziano.
In pratica per gli etiopi 12 mesi durano 30 giorni, e l’ultimo mese, chiamato Pagume, ha 5 o 6 giorni, a seconda che l’anno sia bisestile. Inoltre il nuovo anno non inizia il primo gennaio ma si celebra l’11 settembre, giorno che segna la fine della stagione delle piogge. O il 12 settembre in caso di anno bisestile. A conti fatti, in questo momento per loro siamo ancora nel 2017. E non è tutto. In questo Paese africano mezzogiorno è alle 6 del pomeriggio e mezzanotte è alle 6 del mattino. Proprio il caso di dirlo, Pese che vai, usanza che trovi.