Settimana lavorativa, ufficiale la follia del governo: si passa a 46 ore settimanale | Torni a casa solo per dormire

Aumento delle ore di lavoro (pexels) - Lagazzettadimassaecarrara.it

Aumento delle ore di lavoro (pexels) - Lagazzettadimassaecarrara.it

Siamo sull’orlo di una trasformazione radicale del mondo del lavoro, una metamorfosi che rischia di compromettere il già fragile equilibrio tra vita professionale e personale.

Il governo, con una mossa che ha il sapore di un autogol, sembra intenzionato a varare una riforma che spinge l’asticella dell’orario di lavoro a livelli insostenibili: 46 ore settimanali.

Come un ritorno al passato, un salto indietro di decenni che rischia di schiacciare sotto il peso della produttività i diritti dei lavoratori.

Con 46 ore settimanali, la vita privata si ridurrà a un ricordo sbiadito, relegata a poche ore rubate al sonno.

Il tempo per la famiglia, gli amici, gli hobby e il relax si dissolverà come neve al sole, lasciando spazio solo alla fatica e allo stress. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Una follia

La Colombia detiene attualmente il poco invidiabile primato di essere il paese con il maggior numero di ore lavorative annuali, raggiungendo la cifra record di 2405 ore per lavoratore nel 2022, secondo i dati ufficiali dell’OECD. Questo dato si traduce in una media settimanale di 45-47 ore, con un limite massimo legale di 48 ore, dal lunedì al sabato. Un simile orario di lavoro, protratto per la maggior parte dei giorni della settimana, lascia poco spazio alla vita privata e al riposo, costringendo i lavoratori a tornare a casa solo per dormire. Tale situazione solleva serie preoccupazioni riguardo al benessere dei lavoratori e all’equilibrio tra vita professionale e personale.

Le conseguenze di una settimana lavorativa così intensa possono essere molteplici, tra cui stress, burnout, problemi di salute fisica e mentale, nonché difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Inoltre, un simile orario di lavoro può influire negativamente sulla produttività e sulla qualità del lavoro stesso. Oltre alla Colombia, anche altri paesi dell’America centro-meridionale, come il Messico (2226 ore), la Costa Rica (2149 ore) e il Cile (1963 ore), così come la Corea del Sud (1901 ore), superano di gran lunga la media di ore lavorative annuali dei paesi OCSE. Questi dati evidenziano una tendenza comune in queste regioni, dove spesso la cultura del lavoro è incentrata sulla quantità piuttosto che sulla qualità, con conseguenze negative per i lavoratori.

Aumento delle ore di lavoro (pexels) - Lagazzettadimassaecarrara.it
Aumento delle ore di lavoro (pexels) – Lagazzettadimassaecarrara.it

Chi se la passa meglio

Al contrario, i paesi che lavorano meno ore annuali si trovano principalmente in Europa centro-settentrionale, con la Germania (1341 ore), la Danimarca (1372 ore), la Norvegia (1425 ore), i Paesi Bassi (1427 ore) e la Svezia (1440 ore) in cima alla classifica.

Questi paesi, grazie a politiche del lavoro più avanzate e a una maggiore attenzione al benessere dei lavoratori, sono riusciti a creare un ambiente di lavoro più equilibrato, dove la vita privata e il tempo libero hanno un valore fondamentale.