Le mimose ve le faccio mangiare | Meloni massacra le lavoratrici italiane: tolti 250€ dalla busta paga di marzo

Giorgia Meloni (foto wikicommons) - lagazzettadimassaecarrara.it
Nel mese in cui si festeggia la donna, il Governo la castiga, e preleva dalla busta paga ben 250 euro. Altro che bonus.
Nel mese di marzo, dedicato alle donne che festeggiano una data tanto importante che celebra il diritto all’uguaglianza, queste vengono punite dal Governo.
Migliaia di lavoratrici infatti si ritroveranno con ben 250 euro in meno in busta paga. E dire che già le donne, soprattutto le mamme lavoratrici, si trovano quotidianamente ad affrontare una sfida che sembra insormontabile: far coincidere i propri impegni professionali con quelli familiari.
Un doppio ruolo in cui cercano di eccellere, ma che alla lunga può risultare estremamente stressante, magari con poche ore di sonno e un carico di lavoro che rischia di portare ad un crollo psico-fisico.
E invece di essere aiutate dallo Stato, questo mese si ritroveranno anche con una busta paga più magra. Meno male che si parlava di bonus.
Lavoratrici italiane: altro che mimose
Le difficoltà quotidiane che si ritrovano a fronteggiare le lavoratrici, e soprattutto le mamme, potrebbero essere alleviate con politiche governative studiate per offrire un supporto concreto. E difatti il Governo aveva promesso misure di sostegno, come bonus e incentivi, per alleggerire questo peso e favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Tuttavia, la realtà è ben diversa.
Non solo le risorse destinate a tali misure sono spesso insufficienti, ma molte di esse sono difficili da ottenere o risultare del tutto inefficaci. I bonus, per esempio, non sono sempre accessibili a tutte le famiglie. Ma addirittura togliere dei soldi è il colmo.

Busta paga alleggerita, ecco perché
Cosa sta succedendo? La Legge di Bilancio ha previsto il bonus mamme 2025, ma di fatto al momento questo contributo non è stato ancora elargito. Manca ancora u9n decreto attuativo che lo faccia partire, anche e è stato approvato circa due mesi fa. Un importante sostegno per le famiglie che abbiano almeno due figli che però non sembra arrivare. Questo è “un ritardo inaccettabile” tuona la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi sul portale dell’organizzazione sindacale.
E conclude inoltre: “È assolutamente necessaria l’emanazione del decreto attuativo e la conseguente corresponsione degli arretrati alle lavoratrici con due figli, alle lavoratrici autonome e a quelle a tempo determinato, così come occorre estendere il ‘Bonus Mamme’ anche alle lavoratrici domestiche e superare le criticità di tale misura, che riconosce vantaggi maggiori ai redditi più elevati”. Di fatto, in questo modo, le donne prendono meno di quanto dovrebbero.