“Ci dovete ridare tutti i soldi”: ecco il contenuto della lettera che l’Inps sta mandando a tutti | Rischi il pignoramento

Comunicazione Inps

Comunicazione Inps- Foto di Michael Burrows da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Indennità di disoccupazione da restituire: per molti cittadini italiani è arrivato il momento di ridare i soldi ricevuti con la Naspi, per non rischiare il pignoramento.

Negli ultimi mesi molti cittadini hanno ricevuto una comunicazione dall’INPS che conteneva la richiesta di restituire le somme percepite a titolo di NASpI.

L’indennità di disoccupazione è un sussidio erogato a chi perde il lavoro in modo involontario e può essere revocato di fronte ad alcune irregolarità.

Ci possono essere degli errori amministrativi, delle omissioni o delle dichiarazioni non veritiere che possono indurre l’ente previdenziale a chiedere il rimborso di quanto già erogato.

La comunicazione inviata dall’INPS specifica l’importo da restituire e le modalità di pagamento. Sono previste serie conseguenze in caso di mancata restituzione.

Quali sono i motivi per cui l’Inps può richiedere il rimborso della Naspi

In caso di mancato rimborso della Naspi si va incontro a vere e proprie azioni esecutive, come il pignoramento dei beni o degli stipendi. Bisogna anche prevedere la possibilità di ricorso. Per tutti questi motivi è fondamentale conoscere le cause della richiesta di risarcimento e come muoversi per trovare possibili soluzioni. L’INPS può revocare l’indennità e chiedere indietro le somme versate per diversi motivi. Uno dei casi più frequenti riguarda un errore amministrativo. In qualche caso, infatti, si verificano accrediti superiori al dovuto a causa di calcoli errati dell’importo spettante o a valutazioni inesatte. Il percettore è chiamato, quindi, a restituire le somme in eccesso.

Può succedere anche che un disoccupato trovi un nuovo impiego mentre percepisce la Naspi. In questo caso bisogna comunicarlo all’Inps in tempi brevi. La mancata comunicazione comporta la richiesta di rimborso delle somme incassate indebitamente. Si possono verificare anche situazioni più gravi: è il caso delle dichiarazioni false. L’Inps richiede la restituzione degli importi quando un soggetto ottiene l’indennità di disoccupazione fornendo informazioni non veritiere o occultando informazioni rilevanti. Le conseguenze vanno dalle sanzioni amministrative alla denuncia per truffa ai danni dello Stato.

Decisione del tribunale
Decisione del tribunale- Foto di Sora Shimazaki da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Come contestare la richiesta di rimborso da parte dell’Inps

Nel caso in cui si riceva la richiesta di rimborso si deve pagare nei tempi indicati. La possibilità di rateizzare quanto dovuto non è concessa automatica e dipende dalla valutazione dell’ente. Se il debito non viene saldato, scattano le misure di recupero forzoso. L’Inps può quindi avviare il pignoramento di conti correnti, stipendi o beni immobili del debitore.

Ci si può opporre alla richiesta di rimborso con un ricorso amministrativo entro 90 giorni dalla notifica. In caso di ricorso respinto, ci si può rivolgere al tribunale ordinario per continuare a contestare la legittimità della richiesta.