Lavoro dipendente, con questo trucco raddoppi i giorni di malattia | È tutto legale

malattia lavoratore dipendente ( foto di cottonbro studio da pexels) - lagazzettadimassaecarrara.it
Puoi metterti in malattia e superare la soglia dei giorni consentiti senza che nessuno possa licenziarti. Questo metodo è legale.
In Italia per fortuna è un diritto dei lavoratori dipendenti poter usufruire di un periodo di malattia, sancito dalla legge.
Il tempo in cui si rimane a casa si riceve un’indennità economica, ma non può essere infinito, per ovvi motivi.
Normalmente, la durata della malattia non può superare i 180 giorni nell’arco di un anno, ma questo tempo può variare in base al contratto.
È importante sapere che superata questa soglia, è facoltà del datore di lavoro interrompere la collaborazione e procedere con il licenziamento. Ma quello che non tutti sanno è che i giorni di malattia possono essere prolungati e anche raddoppiati, senza correre nessun rischio. Ed è tutto legale.
Lavoro dipendente: raddoppia la tua malattia senza correre rischi
Il periodo di malattia del lavorare dipendente deve chiaramente essere documentato, e in tutto l’arco temporale deve essere reperibile presso il suo domicilio in determinate fasce orarie. Ovvero 10-12 del mattino e 17-19 del pomeriggio. In caso contrario, la malattia potrebbe essere contestata dal datore di lavoro. Come detto c’è però un limite temporale oltre il quale si corre il rischio di essere licenziati.
Ma bisogna distinguere il tipo di assenze, che possono essere per infortunio, malattia professionale o malattia normale. Queste infatti sono condizioni differenti, e solo l’ultima prevede il licenziamento. Il periodo massimo di assenza viene chiamato periodo di comporto, e viene regolato, come ricorda brocardi.it, “dall’art. 2110 del codice civile, oltre che dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che stabiliscono la durata specifica del comporto a seconda del settore e della categoria professionale”. Per esempio può esserci distinzione tra “comporto secco, che si applica a una singola malattia continuativa e comporto per sommatoria, che conteggia tutte le assenze per malattia in un determinato periodo”. Ma come prolungare questo periodo o addirittura raddoppiarlo senza correre il rischio di essere licenziati?

Il trucco legale
Come evitare il licenziamento anche se si supera il periodo di comporto? Secondo il sito citato la Cassazione, con l’ordinanza n. 582/2024, ha sancito che “il dipendente ha il diritto di sostituire la ragione della propria assenza dal lavoro per ‘malattia’ con ‘ferie’”. Insomma per legge il lavoratore dipendente può modificare la sua assenza dal lavoro, e tramutarla in ferie.
E il datore di lavoro “è tenuto – a fronte di una simile richiesta da parte del dipendente – ad una valutazione adeguata alla posizione dello stesso, proprio perché esposto alla perdita del posto di lavoro con la scadenza del comporto”.