Marina di Massa: in scena “Chi ha ucciso Raffaello?” a Villa Cuturi | Appuntamento domenica 23 marzo

Madonna di San Sisto, Raffaello Sanzio - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)
Marina di Massa si prepara ad ospitare un appuntamento con la Storia, ma anche con l’Arte: domenica 23 marzo torna in vita per un giorno Raffaello Sanzio.
Tra gli artisti che più hanno regalato lustro al patrimonio architettonico e pittorico italiano, spicca senz’altro il genio marchigiano di Raffaello Sanzio, una delle personalità più influenti del Rinascimento.
Considerato un maestro della bellezza e della grazia, Sanzio ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte occidentale. Tra le sue opere più famose possiamo annoverare “La Scuola di Atene”, che impreziosisce le Stanze Vaticane, la “Madonna Sistina”, celebre per la raffigurazione degli iconici cherubini riciclati da una nota maison di moda e “La Fornarina”, un ritratto della sua presunta amante Margherita Luti.
Ma Raffaello è stato anche un architetto di indubbia abilità, e ha lavorato alla Fabbrica di San Pietro in seguito alla morte del suo noto conterraneo Donato Bramante.
Come se ciò non bastasse, la vita di Raffaello Sanzio è anche costellata di aneddoti e curiosità intriganti, ed è proprio su questi ultimi che si è concentrato il giornalista Alberto Sacchetti, autore di un giallo di matrice storica che verrà presentato tra qualche giorno a Marina di Massa.
I segreti di Raffaello Sanzio
Pochi sanno che Raffaello Sanzio iniziò a produrre in età giovanissima: orfano a 11 anni, egli gestì al meglio delle sue possibilità la bottega paterna, dimostrando un talento precoce, e si avviò ben presto sulla strada della grandezza.
Vissuto durante il papato di Giulio II e di Leone X, Sanzio divenne ben presto uno degli artisti prediletti dal clero capitolino ma, ciò nonostante, la sua presunta fama di viveur e dongiovanni si è tramandata nei secoli. Si dice infatti che Raffaello avesse un debole innato per il gentil sesso, in particolare per “La Fornarina”, e che forse la sua morte fu causata proprio dagli eccessi amorosi. Più recentemente, però, l’Università di Milano-Bicocca avrebbe attribuito il suo decesso, avvenuto a soli 37 anni, a una polmonite aggravata dai salassi medici. Ad oggi, il suo epitaffio recita ancora: “Qui giace Raffaello, da cui la Natura temette di essere vinta“. E in questi giorni l’artista rivive nel libro “Chi ha ucciso Raffaello?” di Alberto Sacchetti, opera che verrà presentata tra una manciata di ore presso Villa Cuturi di Marina di Massa.

La presentazione del libro “Chi ha ucciso Raffaello?”
Domenica 23 marzo, verso le ore 17:00, Villa Cuturi ospiterà la presentazione del volume “Chi ha ucciso Raffaello?”, edito da Industria&Letteratura e scritto da Alberto Sacchetti, con il patrocinio del Comune di Massa.
Questo giallo storico è ambientato tra Roma, Firenze e Massa nei primi anni del ‘500, e crea un intreccio avvincente tra la produzione artistica, gli amori, i nemici e gli intrighi che hanno caratterizzato la vita del celebre e audace pittore. E, soprattutto, si interroga sulle cause della sua morte: Raffaello è forse perito in seguito a un avvelenamento? Ai lettori l’ardua sentenza.