Esenzione Tari 2025, con questo trucco non la paghi più | È tutto legale

Immondizia- Foto di Sam J da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it
Esistono dei modi legali per ridurre o azzerare la tassa sui rifiuti: ecco come evitare il pagamento della Tari 2025 utilizzando metodi trasparenti e approvati dalla legge italiana.
Ci si chiede spesso se sia giusto pagare la TARI anche per le case che restano disabitate. La legge attuale prevede l’applicazione della tassa sui rifiuti anche in caso di immobili che non vengono utilizzati.
La Tassa sui Rifiuti, regolata dal Decreto Legislativo n. 507/1993, infatti, non tiene conto dell’effettiva produzione di spazzatura, ma del semplice fatto che un locale possa teoricamente produrla.
Il principio, quindi, vale anche in caso di casa chiusa, vuota e con utenze disattivate. L’unico modo per non doverla pagare sarebbe quello di dimostrare che l’immobile è oggettivamente inidoneo all’uso.
Secondo la Cassazione, in particolare attraverso le sentenze n. 21703/2022 e n. 9872/2023, la mancanza di un contratto di luce o acqua non basta. Bisogna dimostra che l’immobile è privo delle diramazioni necessarie per attivare le utenze, oppure queste devono essere chiuse in modo strutturale.
Su quali categorie di immobili non si applica la tassa sui rifiuti: esenzioni Tari 2025
La legge stabilisce quali sono i tipi di immobili considerati incapaci di generare rifiuti. Su questi locali non si applica la TARI. In questa speciale lista rientrano i fabbricati oggettivamente inagibili e quelli sottoposti a lavori di ristrutturazione, ma solo se autorizzati formalmente e per tutta la durata degli interventi. Anche gli spazi tecnici come cabine elettriche, silos, celle frigorifere, locali per ascensori o impianti, non generano rifiuti, in quanto privi di una presenza umana costante.
A non pagare la tassa sui rifiuti sono anche i luoghi di culto, le aule utilizzate esclusivamente per il catechismo, le aree scoperte accessorie a locali tassabili e tutte le zone condominiali comuni non assegnate in uso esclusivo. Affinché l’esenzione sia attiva, però, c’è bisogno di prove solide, come atti ufficiali, foto, planimetrie e documentazione tecnica.

TARIP e TARI: qual è la differenza e in quali Comuni si applica la tariffazione puntuale
Esiste anche un altro metodo per ridurre o azzerare il pagamento della TARI. Ci sono, infatti, alcuni Comuni italiani che applicano la TARIP, ovvero la tariffazione puntuale. Questo sistema si basa sul principio europeo “Pay As You Throw”: si paga solo per i rifiuti effettivamente conferiti. Il calcolo avviene attraverso contenitori dotati di chip che registrano ogni svuotamento. La tassa comprende una base fissa, calcolata sulla superficie dell’immobile, più una variabile che dipende dal numero e dal peso dei conferimenti.
Attualmente circa 872 Comuni italiani hanno adottato la TARIP. Il Veneto guida la classifica con 251 Comuni aderenti, seguito da Trentino-Alto Adige e Lombardia. Chi possiede immobili vuoti in queste aree può trovarsi a non pagare praticamente nulla, nel caso in cui la produzione di rifiuti sia assente o bassa.