Dichiarazione dei redditi, il commercialista non menziona mai questa spesa ma puoi scalarla: fagliela inserire subito | Recuperi migliaia di euro

Detrazioni dichiarazioni dei redditi

Detrazioni dichiarazioni dei redditi- Foto di Kindel Media da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Non tutti sanno che esistono delle detrazioni da inserire nella Dichiarazione dei Redditi che permettono di risparmiare molti soldi relativi al pagamento delle tasse: ecco a cosa prestare attenzione.

Ogni anno milioni di contribuenti italiani si affidano al proprio commercialista o ai CAF per compilare la dichiarazione dei redditi, ma spesso ignorano delle voci in detrazione molto importanti, come quella per l’affitto dell’abitazione principale.

Si tratta di un errore comune che può costare caro perché comporta la perdita di centinaia o addirittura migliaia di euro, tenendo conto delle numerose agevolazioni fiscali previste dalle normative italiane.

Ci sono una serie di incentivi fiscali che possono essere sfruttati da chi sostiene spese di locazione, purché l’immobile sia adibito a dimora abituale. Non si tratta di una singola detrazione, ma di cinque diverse categorie, a seconda del contratto e del profilo del contribuente.

Le cinque categorie comprendono: giovani, lavoratori fuori sede, studenti universitari, inquilini a basso reddito e affitti a canone concordato. Ogni caso ha requisiti precisi e importi differenti. Nel caso di contratto cointestato, ciascun intestatario può beneficiare della detrazione in proporzione alla propria quota, in base al reddito individuale.

Detrazione fiscale per l’affitto: a chi si applica e a quanto ammonta

La detrazione fiscale spetta a chi ha sottoscritto o rinnovato un contratto di locazione libero secondo la legge 431/1998, purché il reddito complessivo resti entro certi limiti. Se il reddito annuo non supera i 15.493,71 euro, si possono detrarre 300 euro; se è compreso tra 15.493,71 e 30.987,41 euro, la detrazione scende a 150 euro. Non sono previste ulteriori soglie di rimborso.

Nel caso di contratti a canone concordato, quindi quegli accordi siglati in base a intese territoriali tra associazioni di proprietari e inquilini. In questo caso il beneficio aumenta. Per i redditi fino a 15.493,71 euro, la detrazione è di 495,80 euro, mentre tra i 15.493,71 e i 30.987,41 euro si scende a 247,90 euro. In entrambi i casi, la detrazione è ammessa anche se il contratto non esplicita il riferimento alla legge 431/98, purché sia comunque rinnovato ai sensi della stessa normativa.

Affitto casa
Affitto casa- Foto di Khwanchai Phanthong da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Studenti e lavoratori fuori sede: come si applica la detrazione sulle spese per l’affitto

La detrazione si fa più vantaggiosa per i giovani inquilini al di sotto dei 31 anni. Il beneficio, infatti, si estende anche a chi prende in affitto anche una sola stanza e vi trasferisce la residenza. Il limite di reddito resta fissato a 15.493,71 euro, ma la detrazione può arrivare a 2.000 euro l’anno. Anche chi si trasferisce per motivi di lavoro in un comune distante almeno 100 km dalla precedente residenza può detrarre l’affitto per i primi tre anni dal trasferimento.

Infine, bisogna menzionare anche gli studenti universitari fuori sede che possono detrarre il 19% dell’affitto, fino a 2.633 euro, se studiano ad almeno 100 km dalla residenza. Questo vale anche per contratti con enti per il diritto allo studio, ma non per le sublocazioni.