Tari, da ora puoi chiedere il rimborso di una parte di quello che hai già dato | Te li devono ridare per legge

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Rimborso Tari (Foto di Niko Lienata da Pixabay) - lagazzettadimassaecarrara.it

Pochi sanno che possono richiedere il rimborso di una parte dei soldi versati per la Tari. Nessun Comune può rifiutarsi. 

Ogni anno i contribuenti italiani sono chiamati al loro dovere di bravi cittadini, ovvero il pagamento delle tasse.

Una miriade di tasse e imposte. Tra queste una delle più conosciute e discusse è la Tari, la tassa sui rifiuti, che riguarda ogni abitazione o attività commerciale.

Nei fatti serve per finanziare il servizio di raccolta, smaltimento e gestione dei rifiuti urbani, e la sua particolarità risiede nel fatto che, sebbene sia una tassa obbligatoria, i suoi costi e le modalità di applicazione possono variare significativamente da un comune all’altro. Si tratta infatti di una gestione locale.

Ma ovunque tu abiti, potresti richiedere il rimborso di una parte di Tari già versata, è un tuo diritto e nessun Comune può rifiutarsi.

Tari: chiedi il rimborso, è tuo diritto

Come abbiamo accennato la Tari è composta da due voci principali: una parte fissa, che tiene conto della superficie dell’immobile e della sua destinazione d’uso, e una parte variabile, che dipende dalla quantità di rifiuti prodotti e quindi dagli abitanti della casa. Ogni amministrazione poi ha la facoltà di applicare delle tariffe differenti in base alle necessità del territorio e alle spese per la gestione del servizio, che possono variare molto  da regione a regione.

Ma nessuno può richiedere un certo pagamento. E infatti negli ultimi anni è salita alla ribalta una richiesta illegittima da parte dei Comuni che ha portato molti cittadini a chiedere un rimborso di quanto versato impropriamente. Anche tu potresti inoltrare la domanda.

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Servizio di raccolta rifiuti (Foto di Silviu on the street da Pixabay) – lagazzettadimassaecarrara.it

Come inoltrare la domanda

Stiamo parlando del pagamento dell’Iva sulla Tari, che per molti anni ha pesato sulla bolletta finale ma che non è appunto legittimo. Questo perché l’Iva, che è l’imposta sul valore aggiunto, si applica tradizionalmente alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi, e non alle tasse. Per capire meglio, se la Tari fosse solo la tariffa per il servizio di raccolta dei rifiuti, sarebbe legittimo applicare l’Iva, ma non è così. La stessa Cassazione ha stabilito l’illegittimità di questa richiesta.

Pertanto, molti cittadini si trovano in una situazione in cui hanno pagato una somma maggiore del dovuto negli anni passati, versando l’Iva sulla Tari. È bene sottolineare che oggi questa situazione non si verifica più, ma è ancora possibile chiedere il rimborso di quella erroneamente versata nei dieci anni precedenti, periodo massimo entro cui è possibile chiedere il risarcimento prima che scatti la prescrizione.