UFFICIALE – Addio spese di condominio: non lo devi pagare più niente | È legge: lo dice il Tribunale

Condominio

Condominio- Foto di Timur Saglambilek da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Ci sono alcuni casi in cui non bisogna corrispondere le spese di condominio: ecco quando i condomini possono evitare di pagare l’amministratore.

La figura dell’amministratore di condominio è diventata sempre più importante: si tratta della persona incaricata di organizzare, gestire e rappresentare i condomini nei rapporti con i fornitori, con le istituzioni e con la legge.

Solitamente il suo compenso corrisponde ad una quota fissa che viene ripartita tra tutti i proprietari degli appartamenti che compongono il condominio.

Il rapporto tra condominio e amministratore è regolato da un contratto di mandato con rappresentanza, che stabilisce obblighi reciproci da entrambe le parti.

L’articolo 140 del Codice Civile prevede il blocco della prestazione nel caso di inadempienza contrattuale dell’amministratore del condominio.

Nomina dell’amministratore di condominio: in quali casi l’assegnazione non è valida

Quando si parla di retribuzione dell’amministratore di condominio bisogna considerare che alcuni errori possono costare molto caro. Al momento della nomina, ad esempio, c’è bisogno prima di tutto che l’assemblea approvi in modo chiaro l’importo del compenso, secondo quanto stabilito dall’articolo 1129, comma 14, del Codice Civile. Se non è stato firmato un documento che indica con precisione la cifra concordata, l’incarico non è efficace e l’amministratore non può pretendere nulla.

Spesso accade che, in alcuni condomini di nuova costruzione, il costruttore si trova a nominare direttamente un amministratore. Questa pratica ormai diffusa è in netto contrasto con quanto previsto dalla legge, secondo la quale la nomina deve avvenire tramite delibera assembleare. In questi casi, anche se l’amministratore ha operato, la sua posizione è priva di validità giuridica e il condominio può rifiutarsi di pagarlo.

Riunione di condominio
Riunione di condominio- Foto di fauxels da Pexels-LaGazzettadiMassaeCarrara.it

Quando si può rifiutare il pagamento del compenso di un amministratore di condominio

Il compenso per un amministratore di condominio può essere negato anche quando il mandato è scaduto. La legge 220/2012, in vigore dal 2013, stabilisce che, in assenza di rinnovo, il ruolo può essere svolto solo per gestire urgenze, ma non si ha diritto ad alcun corrispettivo. La posizione dei giudici è severa nel momento in cui l’amministratore non adempie ai suoi obblighi.

Il Tribunale di Milano, attraverso la sentenza n. 734/2020, ha chiarito che la mancata redazione dei rendiconti o l’assenza di giustificativi per le spese può giustificare il rifiuto di pagamento del compenso da parte del condominio. Tra gli obblighi dell’amministratore rientra, infatti, anche quello di custodire la documentazione, fornire conti dettagliati e aggiornarsi professionalmente. In tutti i casi in cui queste condizioni vengono meno, decade anche il diritto a ricevere un corrispettivo in denaro per i propri servizi.