INPS, passa il decreto “mono reddito”: controlli a tappeto sui conti corrente | 60.000€ di multa se in famiglia si lavora in due

controlli inps, ecco cosa sta succedendo- credit pixabay-lagazzettadimassaecarrara.it

Attenzione ai controlli a tappeto previsti dall’INPS: sei costretto a restituire moltissimi dei tuoi risparmi, ecco il motivo
Molto spesso i nostri lettori sono sempre più attenti a voler scoprire le novità riguardanti gli aggiornamenti INSP e gli eventuali controlli a tappeto che possono essere a campione ma possono danneggiarvi il portafoglio e i risparmi. I motivi sono molteplici ed è proprio per questo che abbiamo deciso di parlarne in questo articolo: andiamo a veder ENEL dettaglio a cosa dovete fare particolare attenzione, tutti i dettagli e le curiosità della vicenda.
Nel corso della nostra vita, siamo sempre soliti conoscere meglio le problematiche relative al Fisco, uno dei metodi che ci permette di vivere tranquillamente se vengono dati in tempo tutti i soldi che gli spettano o crearci dei disagi molteplici se no si rispettano le regole e le leggi previste.
Se vo capita di assistere ad un parente e chiedere un congedo parentale, dovete fare attenzione ad eventuali controlli a tappeto da parte dell’Agenzia delle entrate. Se tutto ciò che state facendo non risulta conforme alla legge potete incorrere a multe salatissime che possono fare la differenza e possono renderti, qualche volta, la vita un inferno.
Andiamo a vedere meglio cosa sta succedendo e perché alle volte vengono effettuati questi controlli: ecco tutti i dettagli e le curiosità della vicenda.
Controlli a tappeto da parte dell’Agenzia delle entrate: ecco la motivazione
Nel corso della nostra vita, siamo sempre abituati a voler scoprire dei dettagli circa alcuni episodi che hanno fatto scalpore nel mondo dell’economia e della finanza e, oggi vi raccontiamo la storia di un’insegnante finita al centro dei controlli della Guardia di Finanza dopo aver usufruito di oltre 700 giorni di congedi straordinari retribuiti, mentre era in congedo o per assistere un familiare non autosufficiente, come previsto dalla Legge 104/1992.
Come ha riportato Il Mattino, la donna durante l’assenza a scuola, avrebbe continuato a esercitare la propria attività libero-professionale, emettendo fatture e percependo ulteriori redditi, proprio violando la legge che vieta qualsiasi altra attività lavorativa durante il congedo. Il danno erariale previsto dall’attività investigativa è di oltre 60 mila euro corrispondente all’indennità sostitutiva dello stipendio percepita per due anni dall’insegnante.

Cosa rischia l’insegnante
L’insegnante è stata segnalata sia all’Autorità giudiziaria competente sia alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Le viene contestata il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche con l’ipotesi di dover restituire l’intera somma.