Carrara, sentenza storica sulle cave di marmo: il Tar della Toscana accoglie il ricorso di Legambiente

Cave di marmo di Carrara - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)
Dopo l’udienza del 19 aprile il Tar ha finalmente emesso il verdetto: i dati sulle estrazioni nelle singole cave dovranno essere resi pubblici.
Da mesi la sezione di Carrara di Legambiente si batte formalmente per ottenere la piena trasparenza sui dati inerenti le estrazioni presso le cave di marmo locali, un’istanza volta a promuovere una gestione sostenibile e responsabile delle risorse naturali.
Il ricorso di Legambiente fa leva su un punto cruciale, ovvero sull’illegittimità del diniego parziale opposto dal Comune di Carrara, che in passato avrebbe fornito dati anonimi e incompleti sulle quantità di materiale estratto – blocchi, detriti e scaglie – senza indicare le singole cave e le società concessionarie.
Questa prassi ha infatti reso impossibile il monitoraggio pubblico delle eventuali ripercussioni sull’ambiente e sulla conformità delle attività estrattive: Legambiente sostiene che tali informazioni siano di interesse collettivo, e perciò non soggette a riservatezza commerciale.
Il Comune di Carrara, al contrario, ha ribadito la necessità di tutelare gli interessi degli imprenditori, ma finalmente il Tar ha emesso una sentenza che rivoluzionerà completamente la gestione delle cave.
La cronistoria del ricorso
Il ricorso era stato notificato il 17 settembre del 2024 e presentato dal team di legali composto da Diego Aravini, Micaela Chisa e Umberto Fantigrossi. Gli avvocati avevano al tempo evidenziato come la pretesa dell’Amministrazione comunale mancasse di fondamento giuridico, e non rispettasse il principio di trasparenza sancito dalla normativa ambientale.
Lo scorso 22 aprile, la svolta: in questa data il Tar della Toscana ha infatti accolto il ricorso dopo la precedente udienza del 19 aprile, definendo illegittimo il diniego parziale e imponendo al Comune l’obbligo di fornire tutti i dati richiesti, cava per cava. La sentenza, peraltro, è stata emessa in concomitanza con la “Giornata della Terra”, una sincronia definita “storica” da Legambiente, poiché afferma la priorità del diritto all’informazione ambientale rispetto agli interessi commerciali privati. Una conquista per l’intera collettività, e che pone maggiori tutele al territorio delle Alpi Apuane.

Legambiente: “Una vittoria per l’intera città e per la stessa Amministrazione”
Mariapaola Antonioli, presidente del circolo Legambiente di Carrara, ha commentato: “Siamo soddisfatti che il Tar abbia riconosciuto le nostre ragioni, e siamo convinti che questa sentenza rappresenti una vittoria non solo per noi, ma per l’intera città e la stessa Amministrazione pubblica. La trasparenza nella gestione delle cave è un passo fondamentale per garantire una corretta tutela ambientale e un uso responsabile delle risorse naturali, che sono beni comuni, di tutti“.
Antonioli ha quindi concluso con una frecciatina tranchant: “Quello che non riusciamo a spiegarci sono i motivi per cui, in tutti questi anni, il Comune si sia sempre opposto alle nostre richieste, costringendoci a ricorrere al Tar“.