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Scritto da Redazione
Cronaca
09 Ottobre 2024

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Giornata storica e memorabile, il 28 settembre 2024, prima notizia del TG Regione Toscana: il Coordinamento dei Comita Territoriali delle Cinque Montagne, davan alla Presidenza della Regione Toscana in Piazza Duomo, ha fa o sen re alta, forte, chiara e determinata la voce delle montagne della Toscana e di tu e le montagne. GIÙ LE MANI DALLE MONTAGNE TOSCANE! Questo il grido che ha unito e unisce gli aderenti al Coordinamento dei comita territoriali delle Cinque Montagne (Alpi Apuane, Montagna Lucchese, Montagna Pistoiese, Appennino Mugellano, Pratomagno) al quale si sono unite per questa occasione altre realtà locali e nazionali. Gli interventi si sono succeduti in mezzo ad una folla di centinaia di attivisti di Associazioni e Comitati riuniti insieme per affermare che le montagne non sono si industriali ma ecosistemi naturali da tutelare e preservare con la massima cura e attenzione. Là dove la natura e l’ambiente vengono devastati e violati, è stato ribadito, non siamo in presenza di rinnovabile green e pulito, ma siamo di fronte a progetti  speculativi che mirano al profitto, creando il danno di territori e comunità, con un costo per la collettività inaccettabile. Non c’è più tempo! Bisogna smettere di divorare e massacrare montagne come le Alpi Apuane, consumare suolo, abbattere foreste integre non frammentate, annientare habitat di specie protette, inquinare, deviare, compromettere reti idrografiche e torrenti di acque pure.

Bisogna smettere di aprire chilometri di infrastrutture dove non ci sono, come sull’Appennino Mugellano Monte Giogo di Villore Corella, di consumare fiumi di petrolio per camion, ruspe, escavatori, betoniere, cantieri al fine di sbancare, cementificare e impermeabilizzare i crinali fragili e franosi delle nostre montagne. Fermatevi! Bisogna smettere, soprattutto a causa del cambiamento climatico, di dissestare e degradare la sicurezza idrogeologica delle nostre montagne che, come per l’Appennino ToscoRomagnolo, dopo un giorno di pioggia continuativo, franano sommergendo di fango e di acqua la valle e la pianura. Nelle Alpi Apuane l’industria estrattivistica, con il benestare delle istituzioni regionali e locali e con i profondi appetiti anche della criminalità organizzata, spolpa da decenni le montagne per ricavare per lo più ormai polvere di carbonato di calcio, utilizzata addirittura per fare dentifrici. Nell’Appennino Mugellano viene dato il via libera ad un progetto di installazione di sette mega pale eoliche di 170 metri, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, habitat di specie protette tra cui l’aquila reale, con la compromissione di sentieri nazionali ed internazionali e l’abbattimento di ettari di foreste.  Nella Montagna Pistoiese l’industria sciistica, in una terra senza neve, ottiene soldi pubblici per estendere e rinnovare gli impianti di risalita, tra Doganaccia e Corno alle Scale, con l’immensa sottrazione di acqua ed energia che ad ogni nuova “stagione” ne deriva. Sul Pratomagno, nella prospettiva di nuovi ristoranti, nuove strutture alberghiere, nuovo ed ulteriore turismo del consumo, vorrebbero asfaltare una strada bianca che affianca e attraversa un sito protetto Natura 2000, casa di rarissime specie animali e vegetali, per un’estensione di 12 chilometri ad un’altitudine che supera i 1500 metri. Nella Valle del Serchio, in un’area contigua alla Riserva dell’Orrido di Botri, hanno distrutto e distruggono sentieri antichi e boschi vetusti per aprire nuove vie al taglio boschivo ed allo sfruttamento intensivo della montagna. Anche sull'Appennino di Barga, nei boschi di uso civico fra i 1300 e i 1600 metri di al tudine si continua il taglio di ettari e ettari di faggi, anche a raso, senza che ci si renda conto di quanto sia prezioso il patrimonio boschivo che ci è affidato e di quanto sarebbe necessario un atteggiamento di preservazione anziché di mero utilizzo a fini economici. La Montagna incantata dell’Amiata si è aggiunta nel denunciare i problemi della geotermia ricadenti sulla salute del territorio e delle persone. La Montagnola Senese ha esposto la situazione insostenibile di tagli boschivi massivi di cui è oggetto da troppo tempo.

La politica e l’imprenditoria, anche con la spinta dell’Unione Europea, corrono a braccetto sempre più velocemente verso la distruzione di tutto ciò che conta, di tutto ciò che è vita e dà la vita. Per quali interessi? I nostri? Non è credibile, non è logico, semplicemente non è vero. Le risorse, guarda caso, mancano sempre per sanità, scuola, trasporto pubblico, diritto alla casa, servizi alla persona. L’ideologia dominante, veicolata da ogni tipo di fame di potere e di denaro, cerca di colonizzare ogni pensiero, dei prossimi potenziali sfruttatori e degli sfruttati.  Ma è vuota e svuotante, non ha prospettiva, punta dritta all’annientamento in nome di nuove tecnologie costruite sulla pelle di popoli sfruttati, nuove energie necessarie a mantenere, se non aumentare, gli attuali consumi, nuove armi per difendere e conquistare nuovi mercati, nuovi prodotti che finiranno in mare o in qualche nuova terra che dovrebbe dare la vita e finisce per dare la morte.  Che la prossima frontiera dello sfruttamento intensivo e dell’industrializzazione, spremuti ed esauriti i contesti già urbanizzati ed allagati dall’ennesima alluvione non prevenuta, sarebbe stata la natura e i luoghi ancora selvatici era del tutto prevedibile. Luoghi ancora da poter addomesticare al neoliberismo. Ogni luogo da cui veniamo è un’oasi nel deserto delle ambizioni politiche ed imprenditoriali di accumulo ad ogni costo. È il passato e non può che essere il futuro. È casa di altri esseri viventi, acqua, luce, aria, suoni e colori sempre più rari, a rischio di estinzione quale nuova merce di scambio, nel cieco e insensato affidamento sulla capacità di riparare il danno creato.  “Per questo, per altro, per tutto” è necessario informarsi, prendere posizione, mobilitarsi a difesa delle Montagne Toscane. “Ogni vita vale” è il principio che deve guidarci. 

La Manifestazione è stata anche l’occasione per annunciare la nascita di TESS (Transizione Ecologica Senza Speculazioni), una coalizione che ad oggi conta una quaran na di associazioni e comitati, nata il 6 settembre 2024 proprio qui in Toscana con lo scopo di proteggere i territori dall’impa o devastante delle speculazioni energe che in atto. L’unico modo per fronteggiare queste pesanti aggressioni è quello di compattarsi, sostenersi a vicenda, elaborare strategie comuni, mostrare solidità e determinazione, nessuno deve essere lasciato solo.La manifestazione è stata indetta con lo scopo di informare su quanto sta accadendo nel territorio toscano, ma anche per richiamare la Regione alle proprie responsabilità. Sono mancati l’ascolto da parte delle istituzioni, i reali processi partecipativi, con costi previsti per decine di milioni di euro sottratti al benessere della popolazione: 16 milioni per l’impianto della Doganaccia, due milioni per l’asfaltatura del Pratomagno. Acque inquinate e sorgenti prosciugate, dissesto idrogeologico incrementato da un vero e proprio “assalto alla diligenza”, sfruttamento dei beni comuni seguendo la logica dell’estrattivismo che sottrae risorse naturali al territorio a scopo speculativo e lascia dietro di sé macerie e miseria. E’ così che si vuole combattere lo spopolamento e la desertificazione dell’Appennino?

La risposta congiunta è salita dalla piazza verso le finestre degli uffici della Regione Toscana: Vergogna, la voce delle Montagne Toscane si alzerà sempre più forte!

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