Anche la UIL trasporti approva la proposta di riportare il porto di Marina di Carrara in Toscana, insieme agli altri scali di Livorno e Piombino, che furono sede di Autorità portuale prima degli accorpamenti della riforma Delrio. "Al tempo della creazione dei sistemi portuali, noi come componente sindacale avevamo già espresso tutte le nostre perplessità per l'accorpamento con il porto di La Spezia.Già all'epoca, quella scelta appariva come un'operazione di laboratorio, contro la tendenza in atto di unire il mondo del lavoro e quello della produzione, compresi i porti, in aree vaste a forte connotazione regionale. Oggi questa incongruenza è ancora più evidente, alla luce, cioè, della costituzione della ZLS. La Zona logistica semplificata (ZLS) è infatti uno strumento governato dalla Regione Toscana e della ZLS toscana fa parte che il porto di Marina di Carrara, insieme a quello di Livorno, Piombino e Portoferraio. Se non governati coerentemente, cioè in una logica di sistema, e quindi con una regia politica e strategica comune, i porti toscani non saranno in grado di raggiungere gli obiettivi delle ZLS, che sono quelli di migliorare la produttività delle rispettive aree, di aumentare l'occupazione e lo sviluppo economico e sociale dei relativi territori. Dunque, sarebbe imperdonabile continuare a pensare il porto di Carrara come la coda di un corpo con la testa in Liguria.Diventerebbe sempre più marcata la tendenza che vi è stata fino ad oggi e che ha condotto l'ufficio territoriale di Marina di Carrara ad essere il simulacro di quello che dovrebbe essere: il riferimento è alla riorganizzazione degli uffici apuani fatta a gennaio scorso, come ultimo atto di un progressivo accentramento delle responsabilità nella sede di Spezia.Anche in quel caso, non dimentichiamoci che la "riorganizzazione" fu fatta a sorpresa, senza preavviso e senza neanche il coinvolgimento delle strutture sindacali toscane.Esattamente come è avvenuto per le dimissioni dell'ex presidente, un fulmine a ciel sereno che ha colto di sorpresa anche gli interlocutori istituzionali dell'autorità di sistema portuale, in un momento tanto delicato come è quello cruciale di questo periodo, in cui si sta lavorando per superare le criticità riscontrate dal Ministero e dare finalmente al porto un Piano Regolatore.
Riportare il porto in Toscana significa, quindi, anche partecipare alle decisioni di un ente così fondamentale per l'occupazione e per la produzione del territorio che lo ospita e non dover più subire le decisioni prese altrove e magari anche a sorpresa.
Finalmente oggi ci si rende conto della necessità di tornare indietro".