Dopo l’arrivo del primo ricorso contro l’articolo 21 da parte degli industriali del marmo, il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi fa notare come lui stesse avesse già previsto ciò che sta accadendo e sottolinea l’atteggiamento del sindaco Serena Arrighi che, a suo parere, sarebbe ancora quello di chi gioca a carte coperte e poi invoca l’intervento di un arbitro esterno: “Il sindaco Arrighi – ha detto Bernardi – si è lasciata andare a reazioni scomposte come se il ricorso fosse un atto di lesa maestà e non invece un diritto garantito dalla legge. Glielo avevamo detto più volte che, così facendo, avrebbe aperto la stagione dei ricorsi. Ora non si lamenti, soprattutto con uscite giornalistiche del tutto inopportune. Comunque affinché i cittadini si facciano una idea del perché gli imprenditori del marmo hanno intrapreso la via dei ricorsi e delle immotivate reazioni del sindaco, basta leggere cosa c’è scritto nel recente ricorso e presumibilmente negli altri che seguiranno. Per prima cosa si conferma l’impegno a realizzare le opere dell’art. 21, ma si chiede di poterle realizzare come imprese private e con procedure private e cioè al di fuori degli appalti pubblici, come invece oggi vuole-impone l’amministrazione. Perché questa richiesta? Perché nessun atto comunale, dal 2020 fino alla firma delle convenzioni, aveva previsto, nemmeno implicitamente, che questi progetti dovessero essere realizzati con le procedure degli appalti pubblici. Anzi, a domanda scritta, gli uffici comunali avevano escluso che i progetti si dovessero realizzare mediante appalti pubblici. Perché, cosa ancora più importante, il comune oggi impone alle imprese di trasformarsi in una amministrazione pubblica e di realizzare le opere con le complicatissime procedure degli appalti pubblici, senza che le stesse, in un caso e nell’altro, ne abbiano le relative competenze e con le prevedibili ricadute di tempi, errori e contenziosi. In secondo luogo si chiede all’arbitro, sempre a conferma dell’impegno di realizzare le opere dell’art. 21, nel caso in cui queste dovessero essere realizzate con le procedure degli appalti pubblici, di stabilire che le imprese verseranno al comune le somme per la realizzazione delle opere e il comune che ha tutti gli strumenti, le competenze e il personale specializzato, provveda a realizzarle con le procedure degli appalti pubblici. Questo è quanto dice il ricorso. Quindi, ad onor del vero, le dichiarazioni del sindaco sono strumentali, fuorvianti, fuori luogo e inattendibili, per tacer d’altro”. Bernardi si è poi rivolto al sindaco Arrighi invitandola a spiegare ai cittadini il grave errore compiuto da questa e dalla precedente amministrazione e cioè di aver ignorato, fin dal 2020, anno di emanazione del Regolamento degli Agri Marmiferi e del suo art. 21, che le opere dovevano essere realizzate con appalti pubblici. Eppure il Codice degli Appalti, al quale fanno riferimento le recenti comunicazioni comunali inviate alle imprese che hanno generato il ricorso, esisteva già ancora prima del 2020. “Anzi avete comunicato per iscritto – ha concluso Bernardi - su richiesta delle imprese, che il Codice degli Appalti non si applicava. Quindi il sindaco spieghi che questa amministrazione risolve i propri errori e quelli dei suoi predecessori trasferendo sugli altri compiti e oneri anche gravosi sul piano amministrativo, civile e penale che sono propri delle pubbliche amministrazioni”.
Ricorso degli imprenditori del marmo contro l'articolo 21: per Bernardi era già tutto previsto
Scritto da Redazione
Cronaca
24 Luglio 2024
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